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venerdì 4 aprile 2008

MODIFICA AL PROGRAMMA - Sabato 5 e giovedi 10 - Viaggio in India


per problemi dovuti alla distribuzione cinematografica e indipendenti dalla nostra volontà, il film "Parole sante" è stato cancellato dalla programmazione.
Ci scusiamo per l'inconveniente.





Sabato 5 e giovedì 10 aprile


Viaggio in India


Un film di Mohsen Makhmalbaf. Con Mahmoud Chokrollahi, Mahnour Shadzi, Karl Maass. Genere Drammatico, colore 86 minuti. - Produzione India 2006.



Un viaggio di nozze intenso e colorato attraverso le contraddizioni della realtà indiana Un uomo e una donna partono dall'Iran per consumare il viaggio di nozze in India. Lei è credente, lui ateo e comunista. Il subcontinente si rileva subito un terreno di confronto e scontro; per lei l'esperienza è di natura spirituale, per lui è l'emblema di quel che può fare "l'oppio dei popoli". Con Viaggio in India, Mohsen Makhmalbaf dà vita a due personaggi complessi e moderni. Lei, prima che una credente una donna decisa a credere, è una figura sensibile ma libera e leggera; su di lui, invece, scetticismo e materialismo pesano come un doloroso carico e la sedia che porta sempre sulle spalle non ne è che un simbolo. I due sposi cercano una risposta alla loro diversità, ma in verità trovano altre e nuove domande. La prima tappa del viaggio è la migliore: trascinati da un fotografo incontrato sul treno, uomo e donna si recano a vedere con i loro occhi il santone che ferma il treno con la forza dello sguardo, salvo poi scoprire che il povero vecchio è prigioniero dei suoi adoratori e incapace di fuggire. Colorato, intenso, con una nota di surreale, l'episodio descrive meglio di ogni altro a venire le contraddizioni del subcontinente indiano che i due protagonisti sono intenti a visitare e a cercare di comprendere. Il tono di questo scorcio di viaggio si fa rimpiangere più che mai quando, a metà film, Makhmalbaf lascia la donna per seguire l'incontro dell'uomo con una prostituta e scivola in tutti i difetti che erano stati del precedente lavoro, Sesso e Filosofia, opera ridondante e ombelicale. È questa anche la parte in cui lo stile documentaristico, che fino a questo momento ha caratterizzato il film, lascia il posto a inquadrature più ricercate che appaiono troppo artefatte. In seguito, il percorso dei nostri riprende quota, per finire nella città santa di Benares, dove l'induismo si manifesta in tutti suoi riti, belli e atroci, lungo le rive del Gange. Ricorrendo alla figura di un terzo oratore, un occidentale che ha scelto di vivere in quel luogo, il discorso del regista si sposta su posizioni relativistiche. Lo straniero elenca le varie risposte che ogni religione offre al mistero della vita e della morte e ne scaturisce una lezione di tolleranza, sentimento sempre più caro al regista iraniano, che l'ha indagato nel contenuto e nella forma anche in opere precedenti (per esempio in Tempo d'amare, dove mostrava le varie possibilità di sviluppo di uno stesso tema). Con Viaggio in India Makhmalbaf dimostra così di aver ritrovato l'ispirazione smarrita e lo sguardo curioso e morale con cui si è fatto conoscere.

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